Io odio il Bordeaux

Eccomi ad affrontare uno dei miei peggior nemici: il Bordeaux.

Lo odio davvero tanto, e sembrava che lo odiassero tutti, visto che era sparito. Invece per l'attuale stagione autunno/inverno è stato riproposto in tutte le salse e sfumature, camuffandone anche il nome, per respirare aria di novità: Burgundy.
Vi rendete conto?! Un'altra regione francese, un altro vino...stesso colore. 
Comunque lo si chiami, bordeaux, burgundy, vinaccia,  (l'ultima moda vuole oxblood-sangue di bue), io l'ho sempre detestato e nel mio immaginario è ricoperto da una patina polverosa che non se ne andrà mai.
Anche la simpatica Lucrezia Borgia, che di moda se ne intendeva, visto che il suo guardaroba veniva copiato pezzo per pezzo dalle sue avversarie, lasciò il  cremisino, il bordeaux dell'epoca, per il nero, notando come quest'ultimo le donasse di più. E costasse di più, perciò lo preferì probabilmente.
I vecchi vestiti di velluto cremisi, smontati e ricuciti a dovere, finirono come paramenti nelle chiese dell'Italia Rinascimentale e lì restarono.
Dunque il fasto svanì e rimase solo l'antico. 
Le mie proposte inevitabilmente guardano al passato, quando il Bordeaux ha dato il meglio di sé.
Questo colore ha bisogno di spazio. 
E' scenografico, è solenne, chiama l'oro e i tessuti importanti: sete, velluti, broccati, al passaggio del Bordeaux diventano tattili, materici, sensuali.
Come in un boudoir, sul divano capitonné, ecco spuntare riedizioni di cameo e di stivaletti lace up dall'aria languida e nostalgica.
Ramages si posano lievi su abitini soffici e t-shirt impalpabili; le pantofoline in velluto ci conducono verso una camera calda e intima...

Ti odio, Bordeaux: non potremo mai più indossarti come un tempo, con quella fumosa lentezza di gesti per via dei vestiti troppo ampi, quell'ingombrante femminilità di ornamenti ormai considerati ridicoli...
Ormai non so cosa farci con te.
Ormai, Bordeaux, stai bene solo nel bicchiere.

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